9.4.16

#SampleSunday - Il cavallo di fuoco

Il cavallo di fuoco. Romanzo fantasy

In una notte di tempesta, presso l’allevamento di cavalli del Lago d’ombra, nasce un puledro bianco. La sua nascita nel mondo dei mortali fa svanire il potere del fuoco dal Regno d’ombra e minaccia di mandare in rovina anche l’isola di Seoria.
Il «vecchio Grint» tenterà di approfittare di questo momento di debolezza per sottomettere tutto il Regno d’ombra. Moghora, sovrana di Seoria e principessa dei maghi, dovrà ora combattere in entrambi i mondi per conservare il suo potere.
Gli abitanti della fattoria e di un vigneto confinante si troveranno costretti a prendere parte alla lotta e alla fine decideranno l’esito del conflitto tra Moghora e il vecchio Grint.



Un'occhiata all'inizio:

1

Silvana scese le scale a tastoni con le scarpe in mano. Attraverso le fessure della porta della cucina vide la luce accesa, segno che suo fratello era ancora chino sui libri contabili. La giovane donna aprì il pesante portone con cautela ma, appena sgusciata fuori, una raffica di vento le strappò la porta di mano facendola sbattere violentemente contro la serratura.
L’ombra di Doriano apparve alla finestra della cucina, ma non le fece cambiare idea: Silvana corse scalza attraverso il cortile.
Doriano aprì la finestra. «Silvana! Silvana, torna indietro. Cosa fai là fuori con questo tempaccio?» Si infilò l’impermeabile e si affrettò a seguirla.
Ancora non pioveva, ma già i tuoni rombavano in cielo e il vento faceva sbattere le persiane e roteare in aria i resti del fieno che al mattino avevano ammassato contro la parete del capanno degli attrezzi. Silvana corse a fissarle.
Mentre stava per raggiungere la scuderia, un fulmine si abbatté ai margini del campo di mais trasformando il vecchio pino in una torcia fiammeggiante. Dal portone della scuderia entrava un odore di bruciato che faceva fremere nervosamente i cavalli. Miklos e Waltari, i due stalloni, colpivano con gli zoccoli le pareti dei box. Sulla paglia c’era una giumenta nera che la accolse con un lieve nitrito.
Silvana cercò a tentoni una lanterna e l’accese. «Larissa, tesoro mio! Ci siamo?» Si inginocchiò e massaggiò delicatamente il grande ventre della cavalla, che sbuffava e gemeva.
Silvana le accarezzò il collo. «Sarà un bellissimo cavallino, vedrai. Tuo figlio porterà in sé il fuoco di tutti i fulmini che stanno cadendo ora. Sarà veloce come la tempesta che infuria sulla scuderia e potente come un rombo di tuono.»
Si sentì una risatina. Suo fratello era entrato inosservato nella stalla. «È una formula magica per il nuovo puledro?»
«Ah, Doriano!» Silvana si alzò e prese la lanterna per illuminargli il percorso.
«Con questa luce i tuoi ricci scomposti sembrano quelli di una piccola strega.» «O di un elfo» aggiunse sollevando le sopracciglia. «Come facevi a sapere che Larissa stava per partorire? È troppo presto!»
«Ha bisogno di aiuto.» Silvana appoggiò la mano sulla testa della giumenta per calmarla.
«Anche noi. Per salvare l’allevamento avremmo bisogno di un cavallo con il diavolo in corpo.»


Finalmente, verso l’alba, un puledro fece il suo ingresso nel mondo barcollando sulle lunghe zampe.
«Un albino» esclamò Doriano perplesso.
«Ma no, non vedi che ha gli occhi neri?» Silvana diede un buffetto alla giumenta, aggiungendo con una strizzatina d’occhio: «Larissa, con chi ci hai tradito?»
«Forse è davvero il cavallo magico che abbiamo desiderato.» Doriano si sedette sulla paglia e le abbracciò entrambe.
Quando uscirono dalla stalla vennero di nuovo strattonati dalla tempesta, che era ancora nel pieno della sua furia, pur non sembrando più così minacciosa alla luce del nuovo giorno. Sorridendo alzarono il viso verso il cielo esponendolo alle poche gocce di pioggia e saltellarono tra le pozzanghere formatesi durante la notte.
In quel momento cadde di nuovo un fulmine e dal tetto della casa si alzarono subito delle fiamme.
I due ragazzi rimasero come paralizzati.
«Andiamo a spegnerlo, forse facciamo ancora in tempo» gridò Doriano contro il fischio della tempesta afferrandole la mano.
Silvana si staccò dalla sua presa. «No, prima i cavalli! Dobbiamo farli uscire prima che il fuoco si propaghi alle scuderie!» Tornò indietro di corsa senza prestargli attenzione.
Il vento soffiava già ondate di fumo verso la stalla. Gli animali sentivano l’odore del fuoco e nitrivano spaventati.
Silvana fece uscire per primi i due stalloni tenendoli per la criniera e parlando con voce rassicurante. Mentre usciva, aprì le porte degli altri box, ad eccezione di quello di Larissa e del suo puledrino. I cavalli la seguirono senza opporre resistenza.
Nel frattempo Doriano corse al pozzo, riempì due secchi d’acqua e si affrettò a raggiungere la soffitta. Dal lato del cortile bruciava già uno dei pilastri di supporto del tetto. L’acqua non era sufficiente a spegnere l’incendio.
Si precipitò verso uno dei cassettoni facendo cadere tre sedie impilate e da una cassapanca estrasse in fretta vecchie coperte e vestiti. Provò freneticamente a soffocare il fuoco con la stoffa, ma riuscì solo a fare schizzare in giro le scintille. Le fiamme cominciarono a lambire le travi del tetto. Il vento attizzava il fuoco spingendolo verso di lui.
Corse nuovamente in cortile a riempire i secchi e, di ritorno in soffitta, gettò con tutta la forza l’acqua contro le travi, ma il fuoco continuava a divorarle. Scese le scale di corsa, ormai scoraggiato, gettando, prima di uscire, i secchi in cucina. Da solo non ce la poteva fare.
Silvana era tornata nella stalla. «Larissa, dobbiamo portare te e il tuo puledro al pascolo. Ce la fai?» Mise una coperta sulla giumenta continuando a parlarle con dolcezza. Larissa era ancora debole, ma la seguì subito, come se capisse la gravità della situazione. Dolcemente spinse in avanti il puledro, che traballava sulle gambe sottili. Molto lentamente, affinché il puledro potesse seguirle, Silvana li portò fuori dalla stalla.
Mentre si dirigeva verso il pascolo recintato arrivò Doriano. «Silvana, perché non mi aiuti? Non ce la faccio a spegnere il fuoco da solo! Perderemo tutto.» Lacrime di rabbia gli scorrevano sul volto.
«Non finché abbiamo i cavalli!» esclamò Silvana infastidita. «Invece di sforzarti invano là sopra, avresti dovuto cercare il modo di proteggere le scuderie.»
«Perché, vuoi dormire nella stalla da ora?»
Con uno schianto assordante un altro fulmine si abbatté su un vecchio capanno che si trovava in fondo ai campi ...


Il cavallo di fuoco. Romanzo fantasy di Sabine Abel, Monique Lhor, Annemarie Nikolaus.

Tascabile: Amazon e Rizzoli
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